Non c’è più l’obbligo del silenzio sui patrimoni custoditi a Montecarlo. Anzi, è previsto che le banche diano comunicazioni dirette al Paese di orgine del correntista che ne faccia richiesta dal 2018, ma se ci sono gli estremi penali, ovvero s’è un’indagine in corso, si può retrodatare tutto al primo gennaio 2015. Lo si legge in una nota che l’Associazione delle attività finanziarie ha mandato agli istituti di credito monegaschi e che recepisce la convenzione Ocse sulla cooperazione fiscale.
Cosa significa? Lo scambio di informazioni fiscali non è più un tabù, nemmeno a Montecarlo e i correntisti del Principato di Monaco devono fare i conti con il rischio che le autorità fiscali dei propri paesi di origine si facciamo gli affari loro.
La cooperazione fiscale voluta da Ocse prevede che gli Stati firmatari si impegnino a scambiarsi le informazioni a seguito del ricevimento di una domanda di assistenza amministrativa da parte della controparte.
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Montecarlo, addio al segreto bancario
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